We will not go out to hear the “mysterious and private” sounds because of this storm
Non usciremo a sentire i “privati e misteriosi” suoni per via di questa tempesta
In Notes for Echo Lake (1981), la scrittura di Michael Palmer, spesso identificata con la Language Poetry, segna un apice e insieme un punto di svolta. Scandita da dodici appunti come dodici sono i mesi dell’anno e gravitante attorno a un medesimo luogo (con una chiara reminiscenza della tradizione trascendentalista, tra Ralph Waldo Emerson e il Walden di Thoreau), la parola di Palmer si dilata nel tempo e nello spazio grazie alla sua continua operatività dentro e ai margini del linguaggio. Se Notes for Echo Lake si basa sull’assunto che il mondo possa essere letto come un testo, non si accontenta per questo di sancire la definitiva dissoluzione dell’esperienza: ogni slittamento del linguaggio nella costruzione del senso poetico è motivo per intrecciare riflessioni e operazioni linguistiche alla meditazione filosofica ed etica.







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