«Zeitgeist» e dimensione privata nel romanzo italiano del XVIII secolo: un’ipotesi di ricerca

Autore: Mangione Daniela

 

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1.99

ABSTRACT

 

Il confronto tra romanzo italiano e romanzo straniero del Settecento ha per secoli penalizzato la produzione nazionale, minimizzandone la portata e il significato. Acquisita dalla critica una più precisa visione del romanzo del Settecento italiano, scoperto che era intensivamente letto soprattutto dalle classi alte, è necessario ora indagare sul senso che la sua lettura ebbe per i così numerosi lettori italiani. È importante cioè capire quali rappresentazioni proprie della cultura italiana abbiano trovato posto nelle nuove narrazioni. Fondamentale la percezione delle regole sociali rappresentate nel romanzo, spesso ancora immerse nei lasciti della società di corte, e la relazione con la dimensione del privato, sentita e accolta diversamente dalle altre culture europee. Si ipotizza infatti che in Italia la lettura silenziosa e la descrizione di emozioni individuali trovassero nel teatro una rappresentazione più accettabile, meno pericolosa perché ‘pubblica’; la fruizione privata di emozioni e di idee proprie dell’Illuminismo contribuì invece a frenare l’accettazione della nuova narrativa da parte del costume morale condiviso e da parte di una classe intellettuale a questa etica fortemente connessa.

For two centuries, comparisons between Italian, English, and French novels have been an occasion to remark that the Italian eighteenth-century novel cannot be regarded as a relevant object of study. However, in the last 30 years critics have given ample evidence that Italian novels were read by an upper class elite. It is now necessary, therefore, to investigate how Italian novels represented Italian society, with a view to understanding the social norms the genre promoted (to a significant extent a legacy of court Civilization). It is crucial, moreover, to study how Italian culture approached the representation of the private dimension, especially against the backdrop of other European cultures. This essay argues that in eighteenth-century Italian culture the representation of the private was felt to be more acceptable on stage because of the public significance of the theatre. Conversely, the private stories and feelings of the novel, as well as the new ideas of the Enlightenment, were considered highly dangerous. Believing that the private reading of novels could pose a threat to common morality, many readers and commentators took a stance against the new genre.

Collana

Anno di Pubblicazione

Dimensioni

170 mm x 240 mm

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