Notas sobre la traducción del «Infierno» dantesco de Ángel Crespo

Autore: Mondola Roberto

 

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1.99

ABSTRACT

 

Il lavoro analizza alcuni aspetti della traduzione castigliana di Ángel Crespo dell’Inferno dantesco, pubblicata nel 1973 a Barcellona. Nella prima parte si approfondiscono i fondamenti della poetica della traduzione crespiana, il cui caposaldo è il rispetto assoluto della forma strofica, del metro e della rima. Successivamente, attraverso il confronto tra alcuni passi del testo dantesco e la traduzione spagnola, si indagano le modalità con cui Crespo, rispettando ossequiosamente la terzina di endecasillabi incatenati, tentò di ricreare nel castigliano del Novecento la prima cantica della Commedia: in particolare, l’attenzione si concentra su alcuni frammenti di Malebolge caratterizzati da un profondo ibridismo stilistico, sul trattamento dei nomi dei diavoli nella bolgia dei barattieri e sulla resa traduttiva di alcune delle molteplici figure retoriche e dei tropi presenti nell’Inferno.

The work analyses some aspects of Angel Crespo’s Spanish translation of Dante’s Inferno, published in Barcelona in 1973. The first part focuses on the fundamentals of Crespo’s poetics of translation which can be summarised in the respect of the original structure, strophe and rhyme scheme. In the second part, through the comparison between some fragments of the original text and of the translation, the work analyses Crespo’s way of translating the first part of the Divine Comed in the Spanish of the XX century, strictly respecting Dante’s terza rima: in particular the focus is on some fragments of Malebolge characterized by a deep stylistic hybridism, on the translation of the devils’ names in the bolgia of the Barrators and finally on the way of translating some of the numerous figures of speech and tropes of Dante’s Inferno.

Collana

Anno di Pubblicazione

Dimensioni

170 mm x 240 mm

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