Il presente articolo intende dimostrare come in momenti cruciali di cambiamento della società italiana, in particolare nell’immediato secondo dopoguerra e nel corso degli anni Sessanta, si avverta la necessità di avviare un ripensamento dell’edificio scolastico tradizionale, con l’obiettivo di realizzare una scuola aperta e comunitaria. Si tratta di un’istanza su cui convergono architetti, urbanisti e pedagogisti, che daranno vita anche a significative collaborazioni, a partire dalla realizzazione del Villaggio Italo-Svizzero di Rimini nell’aprile del 1946, che sarà considerato un punto di riferimento negli anni successivi per la considerazione di una scuola quale centro di sviluppo e di promozione umana e sociale. Architettura educatrice sarà il leitmotiv che anima il dibattito che si snoda tra periodici e convegni – come vedremo – in vista di un rinnovamento educativo a partire dalla scuola dell’infanzia fino alla scuola media unica.
Parole chiave: Scuola/caserma; architettura; pedagogia comunitaria.
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